Spiegazione medica del Diabete e sul come contrastarlo
Definizione del disturbo del Diabete a livello medico:
Insieme di disturbi determinati dall’iperglicemia, definita come valore superiore a 125 mg/dl a digiuno, o superiore a 220 mg/dl dopo 2 ore da carico orale di 75 g di glucosio in due o più occasioni.
Nel diabete di tipo 2 è stata trovata una relazione positiva tra livello di glicemia e mortalità, ma non esiste una soglia minima, i valori di glicemia su indicati sono frutto di un compromesso tra la necessità di contenimento delle spese sanitarie per la cura e quella di preservare il paziente dai danni della malattia.
Classificazione del diabete: i due tipi di diabete ed i loro sintomi
- Il Diabete di Tipo 1 del giovane dovuto all’incapacità del pancreas di secernere sufficiente insulina per lesioni delle cellule produttrici da infezioni o altro.
- Il Tipo 2 o dell’adulto dovuto a resistenza insulinica, la carenza o inefficienza dei recettori cellulari (GLUT4) rende le cellule poco sensibili all’insulina e richiama ad una maggiore sintesi fino a portare ad esaurimento le cellule produttrici.
Ci riferiremo al diabete tipo 2 molto più diffuso (90% dei casi).
Sintomi del diabete:
La malattia è ad insorgenza insidiosa, a lungo tempo asintomatica, dopo anni compaiono sintomi aspecifici.
I casi gravi includono poliuria, polidipsia, perdita di peso, visione offuscata, maggiore suscettibilità alle infezioni, fino al coma diabetico da eccesso di glicemia.
Complicanze da diabete: si manifestano a lungo termine: retinopatia, nefropatia, neuropatia periferica, ateromi dei grossi vasi con infarto, ictus, malattie vascolari periferiche.
La malattia è progressiva e invalidante necessita un trattamento continuo per molti anni impegnando paziente, familiari e strutture sanitarie.
Trattamenti: si passa dal trattamento classico e protocollare di medicina ospedaliera (cure insuliniche), fino a giungere a trattamenti di natura alternativa alla medicina tradizionale, approfondimenti e tecniche di contrasto naturale per il diabete: www.kinesiologia-riflessologia.com
- Fisiopatogenesi: si tratta di una malattia vascolare lenta ed inesorabile che interessa sia i piccoli che grossi vasi.
- Per la microangiopatia abbiamo: retinopatia diabetica, nefropatia diabetica, neuropatia diabetica.
- Per la macro angiopatia: aterosclerosi, cardiopatia ischemica, vasculopatia cerebrale, insufficienza vascolare periferica (piede diabetico)
La causa prima è la glicazione (glicosilazione non enzimatica) è un processo non casuale che lega uno zucchero ad una proteina e pregiudica il funzionamento delle molecole.
L’eccesso di glucosio nel sangue favorisce questo legame irreversibile tra zucchero e gruppi amminici della proteina che compromette la struttura e la funzione della proteina stessa.
Ad esempio, c’è ridotta capacità dell’emoglobina di trasportare ossigeno ai tessuti, degenerazione delle proteine del cristallino che diviene opaco.
Molto importante è la microangiopatia in cui l’eccesso di glucosio per effetto della glicazione altera la membrana vasale che si ispessisce diventando però più debole e più fragile, sempre la glicazione proteica delle pareti cellulari endoteliali crea una riduzione del lume, con conseguente rallentamento del flusso e rottura dei microvasi con danni permanenti.
Diagnosi della malattia del diabete
Il diabete è una malattia che viene diagnosticata basandosi sui dati di laboratorio, il sospetto viene dai sintomi:
Necessità di urinare frequentemente, difficoltà di cicatrizzazione dei tagli o ferite, aumento di fame e sete, perdita di sensibilità nelle mani o nei piedi, voglia smodata di zuccheri e di dolci.
Per i casi iniziali bisogna valutare la resistenza insulinica mediante l’indice HOMA che esprime la quantità di insulina necessaria per normalizzare la glicemia, più alta è l’insulino resistenza più alto sarà l’indice HOMA.
Il calcolo è dato dalla seguente formula: glicemia (mg/dl) moltiplicato insulina (mU/ml) / 405, i valori normali devono essere inferiori a 2,5.
Il diabete franco inizia da valori superiori a 5,5.
Per valutare l’efficacia della terapia e il rispetto della dieta da parte del paziente si usa come indicatore l’emoglobina glicata, esprimendo la percentuale di emoglobina che è modificata dal glucosio circolante nel sangue.
I valori normali sono intorno al 5%, maggiore è la glicemia e maggiore sarà questo valore che è in rapporto a valori medi mensili, visto che la glicemia oscilla molte volte nel giorno in base ai pasti. Per un buon controllo nel diabetico, la emoglobina glicata deve essere inferiore a 7%, valori di 8-9% indicano un elevato rischio di complicanze.
Le cause del diabete di tipo 2 sono da ricercarsi in due fattori fondamentali.
- Alimentazione eccessiva e scorretta con abbondanza di carboidrati semplici che porta a sovrappeso e obesità.
- Eccesso di sedentarietà che non riduce la glicemia.
Terapia conservazionale del diabete
Per il diabete di tipo 2 che riguarda prevalentemente l’adulto ed è spesso associata all’aumento di peso, la causa è legata alla resistenza insulinica, la secrezione di insulina è presente e nel sangue se ne trova una quantità sufficiente, ma non riesce a contenere la glicemia entro valori da minimizzare la glicazione.
Viene trattata con dieta dimagrante, ipolipidica e normoglucidica e con limitato apporto di zuccheri semplici e antidiabetici orali, l’uso dell’insulina è limitato a casi in cui la funzionalità delle cellule β del pancreas è molto ridotta o ci sono patologie concomitanti che alzano la glicemia.
Gli antidiabetici orali di sintesi sono di varie tipologie.
Sulfoniluree che stimolano la liberazione di insulina dalle cellule β, possono dare disturbi intestinali e prurito, nausea e anemia.
Biguanidi (metformina e fenformina) aumentano la sensibilità dell’insulina nelle cellule bersaglio.
Gliptine prolungano la vita degli ormoni intestinali GLP-1 e del GIP.
Glifo Zine che bloccano il riassorbimento del glucosio nel rene.
La dieta è fondamentale.
- La disintossicazione del fegato è indispensabile.
- Riequilibrare sempre l’intestino.
- Cercare collegamenti ormonali (gonadi, surreni e tiroide).
- Usare il cromo.
- Sapere che i traumi emozionali influiscono sull’innalzamento dell’insulinemia.
Strategia operativa del diabete tipo 2:
Ci sono situazioni in cui si può togliere l’insulina, specie se la si usa da poco tempo, il paziente lo deve volere e deve essere scrupoloso nel seguire le prescrizioni.
Una cura corretta può allungare la vita di vari anni.
Seguire l’evoluzione con glicemie giornaliere al risveglio e controllare ogni mese l’emoglobina glicata.