Guarigione delle ferite da ustione e contusioni
E’ sempre possibile incappare in ferite, ustioni o contusioni che non sappiamo bene come curare.
La guarigione generale delle ferite avviene in quattro fasi: emostasi, infiammazione, proliferazione, rimodellamento.
L’emostasi avviene attraverso una vasocostrizione che blocca la perdita di sangue e serve a devitalizzare i tessuti danneggiati.
L’infiammazione con tutti i segni caratteristici della flogosi, richiama leucociti per difendere la zona dalla contaminazione, se questa è già presente, i monociti diventano macrofagi che eliminano i patogeni.
La fase di proliferazione avviene con la stimolazione dei fibroblasti a produrre proteoglicani e collagene per riformare il tessuto connettivo.
Il rimodellamento si ha con la riorganizzazione del collagene.
Dopo un mese, si ha il ripristino di tre quarti della funzionalità, quella totale richiede un anno.
FITOTERAPICI PER LE LESIONI
I fitoterapici sono molto indicati per medicare le lesioni, avendo in sé composti con attività antimicrobica, antinfiammatoria, di protezione del collagene e stimolo alla granulazione.
Si usano in forma liquida: tintura o olio da mettere sulle zone lesionate, in casi di lesioni di lunga durata sono indicati per via orale al fine di favorire la cicatrizzazione.
Di seguito alcuni tra i fitoterapici più usati da lungo tempo per curare le lesioni.
ALOE (Aloe barbadensis, Aloe vera, Aloe ferox) sono varie specie di liliacea succulenta dei paesi tropicali le cui foglie dal tessuto mucillaginoso sono usate da millenni per lenire le ustioni e accelerare la guarigione delle ferite.
Si usa il tessuto parenchimatoso fresco delle foglie che contiene un 30% di mucillagini (mucopolisaccaridi), si può conservare liofilizzato o refrigerato.
Le sue proprietà sono: antimicrobiche, antinfiammatorie, immunostimolanti e anestetiche.
L’estratto della parte esterna della foglia è più ricco di antrachinoni ed è usato per le sue proprietà lassative e depurative generali.
Studi su animali hanno visto che l’Aloe è in grado di aumentare la produzione di fibroblasti, di collagene e di tutele componenti extracellulari.
L’assunzione può avvenire sia in forma orale o topica.
CENTELLA (Centella asiatica) pianta tropicale della famiglia delle apiacee.
Contiene dei triterpenoidi tra cui l’asiaticoside.
Viene usata nel settore dermatologico (per vene emorroidi e cellulite) e nel settore cosmetico per ferite e scottature.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’applicazione locale della centella accelera la guarigione delle ferite e delle ustioni riducendo l’espressione dei cheloidi mediante inibizione della fibrosi TGF-β1 indotta.
Si usa in unguento e in polvere.
ECHINACEA (Echinacea purpurea) pianta originaria del Nord America, già descritta nel capitolo degli immunomodulanti.
Utile per ferite, contusioni scottature, viene usata in estratto acquoso o alcolico per via topica.
Le sue azioni antinfiammatoria, antiialuronidasica e antiossidante aiutano le fasi infiammatoria e proliferativa nella guarigione delle lesioni.
Esclusivamente per le contusioni si usano due piante che devono essere usata solo localmente e con la cute integra, poiché contengono componenti tossici se assunti per via orale.
CONSOLIDA MAGGIORE (Symphytum officinale) pianta borraginacea che contiene i triterpeni tra cui Rosmarini corresponsabile dell’attività antinfiammatori e analgesica.
Contiene anche alcaloidi pirrolizidinici epatotossici se assunti in dosi elevate per via orale e meno tossici in assunzioni prolungate in dosi ridotte.
ARNICA (Arnica montana) tipica pianta alpina della famiglia delle Asteracee, dall’aspetto di una margherita gialla.
Contiene lattoni sesquiterpenici (elenalina) responsabili dell’attività antinfiammatoria e antimicrobica.
L’unguento di arnica riduce il dolore e gli edemi in contusioni e stiramenti.
L’applicazione in cute lesionata porta all’assorbimento per via generale che causa segni di intossicazione con cefalea, dolori addominali e difficoltà respiratorie.
Il farmaco EMODRACON è utile sia per le lesioni che le infezioni della pelle.
Il componente principale è il Croton lechleri albero tipico della foresta amazzonica, può raggiungere i 10-20 metri di altezza.
Viene chiamato anche “sangue di drago” poiché si usa il lattice resinoso, rosso-bruno, derivato dall’incisione della corteccia.
Questo lattice resinoso grazie alla presenza di taspina, lignani, diterpeni steroidi e proantociani di polifenoliche ha un’azione antinfiammatoria, cicatrizzante, astringente, emostatica, analgesica, antivirale e antibatterica.
Viene usato da secoli agli Indios come cicatrizzante, ha un’azione molto veloce, quindi sfruttabile specie per le ulcere da decubito o varicose o altre, ove la riparazione è lenta e spesso inadeguata.
Valido per le punture di insetti, per le lesioni psoriasiche, per quelle da herpes labiale, per accelerare il processo di riparazione tissutale e dare una “restitutio ad integrum” della cute lesionata.
Il composto ad esclusivo uso locale modula la risposta infiammatoria, ripara e rigenera elastina e collageno tipici dei tessuti connettivi, ha inoltre azione antibatterica e antivirale.